Massimo Zaratin nasce a Venezia nel 1965. Da sempre appassionato di caccia, pesca e quant’altro possa riferirsi ad un contatto più diretto e vivo con la natura, si occupa appena terminati gli studi di giornalismo su temi che riguardano in particolare i problemi dell’ambiente.
Accanto alla passione per la terra, sviluppa quella della filosofia ed è attualmente impegnato nella ricerca e nell’analisi della struttura di pensiero che accomuna tutti i responsabili fruitori della natura, intesi quali soggetti perfettamente integrati nella stessa e rientranti pertanto nell’”etica della responsabilità umana” quale forma di pensiero contrapposta ai neo-modelli di bioetica animale fondati sull’antispecismo radicale.
Autore di diversi saggi in riviste del settore, nel 2012 presenta all’Università di Milano e successivamente a teatro, il concetto di “Filosofia rurale”; un nuovo modo di intendere l’ambientalismo e la vita in generale in cui l’uomo è parte integrante della natura ma con sguardo sempre attento agli insegnamenti dei nostri vecchi che con la terra ed il ritmo delle stagioni formavano un binomio inscindibile.
E’ co-fondatore dell’Associazione Cultura Rurale per la quale ha ricoperto anche il ruolo di presidente nazionale.
Laureato in Scienze Naturali, indirizzo Conservazione della Natura e delle sue risorse, Dottore di ricerca in Biologia Animale e abilitato ad Agrotecnico laureato. Si occupa di micromammiferi e ofidi, nello specifico ha svolto ricerche relative alla filogeografia, alla dinamica di popolazione ed agli effetti dei cambiamenti climatici. Inoltre, ha partecipato ai censimenti per la specie Lupo ed ha svolto diverse attività di campo per la valutazione dell’impatto delle centrali eoliche sulla fauna. Ha poi approfondito tematiche di gestione della selvaggina ed in qualità di tecnico faunistico ho collaborato con ATC ed aziende private. Ha frequentato la Scuola Forestale Latemar conseguendo l’abilitazione a cacciatore di selezione per le specie: cinghiale, capriolo, cervo, daino, muflone. Inoltre, abilitato come monitoratore per la specie beccaccia. Ha partecipato a convegni nazionali e internazionali ed ha all'attivo diverse pubblicazioni sia scientifiche che di carattere divulgativo su riviste venatorie.
Antonio Calvano (classe 1980) è un fotografo professionista, specializzato in fotografia naturalistica, in particolar modo avifauna. Diplomato ragioniere, studia fotografia da autodidatta da oltre 20 anni. Ha collaborato come fotografo di scena e direttore della fotografia a diversi film e cortometraggi indipendenti. Collabora saltuariamente con la rivista scientifica “Sapere” edizioni Dedalo, fornendo foto per il giornale. Nel 2020 riceve il primo premio per la fotografia “L'imboccata” presso il concorso fotografico “Rendere Visibile l'Invisibile”. Nel 2021 è finalista all'Alternative Film Festival di Toronto nella categoria “Miglior Fotografia” per il cortometraggio “Come cadono le foglie...” Nel 2022 vince il secondo premio nel concorso fotografico “Rendere Visibile l'Invisibile”. Coproduttore e fotografo di scena nel documentario “Le orchidee spontanee del Gargano”. Collabora con diverse testate giornalistiche locali realizzando articoli a tema naturalistico. Antonio interpreta la fotografia naturalistica in maniera etica. Vive in un perfetto rapporto di simbiosi con la natura, definendo il suo legame ad essa “Ancestrale”. La fotografia intesa come una preghiera al creato, una preghiera che sostituisce le immagini alle parole. Questo suo legame con la natura lo porta a viverla appieno. Cacciatore, pescatore, raccoglitore di frutti ed erbe spontanee, Antonio sposa uno stile di vita fuori dai moderni canoni del consumismo. Si nutre di ciò che la natura offre, dedicando la maggior parte del suo tempo libero a lunghe ed avventurose escursioni. La sua penna, una firma poetica al suo stile di vita.
Massimo Marcello Pin (classe 1977) vive in un piccolo comune di tradizione contadina situato al confine tra il Veneto ed il Friuli Venezia Giulia, una minuscola enclave di cultura, lingua e urbanistica Friulana mescolata alla tradizione rurale della Venezia Orientale. Cresciuto in una famiglia legata alla campagna, al territorio e alla natura, ha imparato fin da bambino a vivere in simbiosi con essa, coi suoi cicli stagionali e biologici, partecipando alle attività agricole e di allevamento, accompagnando suo padre a caccia, a pesca e nella raccolta di funghi ed erbe spontanee, attività che svolge tutt'ora con profonda passione, permeandole di una visione etica, consapevole e sostenibile della fruizione stessa. Oltre alla campagna veneto-friulana e alle zone palustri e lagunari del Veneto Orientale Massimo considera sua seconda Patria le montagne della Carnia dove ha trascorso molto tempo della sua giovinezza e dove spesso sente la necessità di tornare per ritrovarsi tra quei magici boschi Appassionato di Storia e Letteratura è da anni impegnato nella difesa della cultura venatoria contro il modernismo antispecista Disneyano, coniuga questa "missione" con la difesa, trasmissione e tutela delle antiche tradizioni rurali e con la conservazione della memoria storica degli "ultimi". Ritiene che sia inderogabile la necessitá di riappropriarsi del termine "ambientalismo" attualmente distorto, corrotto e svuotato di senso, restituendolo a coloro che dell'ambiente sono i primi veri conoscitori, tutori e al contempo fruitori, ovvero la popolazione rurale che vive in sinergia con il proprio territorio: agricoltori ed allevatori che operano con una cultura della sostenibilitá, pastori, Cacciatori e Pescatori.