Raro è l'onore di ossequiare i frutti di cui ci nutriamo.
Merce acquistata della cui provenienza ne abbiamo memoria solo grazie ad una fredda e stampata etichetta.
Fortunato è il cacciatore, che conosce la sua preda, la osserva da tempo, la studia, anticipa le sue mosse e ne comprende le astuzie. Ci avrà già provato, forse è la terza o addirittura la quarta volta di un insuccesso nel tempo protratto. Si arma la scaltrezza e l'astuzia vince sulla sagacia della preda.
Ed il frutto assume un ascetico valore.
E pretende gli onori.
Un bacio, le piume rassettate. Nelle mani la preziosità della vita prende senso. Induce a riflettere. E nasce il rispetto. E veneri la morte. E non ti fa paura.
È un ritorno al prezioso ciclo che ne ha preteso il sacrificio.
E nulla verrà sprecato.
La distanza accresce. Il mio vivere rurale sorvola e schernisce ipocrisie dilaganti.
Sono sporco di fango e sangue...
Antonio Calvano
