Filosofia rurale

Ricordi, riti rurali.

2024-10-10 20:51

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Ricordi, riti rurali.

Se guardo fuori c’è ancora neve e allora penso a quando si attendeva il freddo per macellare il maiale in casa. Ho trovato delle foto, a molti sembreranno solo delle foto, invece sono il racconto di una cultura rurale ed essenziale. Un rito annuale, un appuntamento e una festa. Quindi non solo macellazione ma tradizione, appartenenza, passaggi generazionali.
I bambini, i ragazzi assistevano, imparavano, "rubavano con gli occhi" ciò che avrebbero fatto "domani"; ed imparavano a rispettare la vita di quell'animale, il lavoro per crescerlo e la ricchezza che derivava dal sacrificio di quella bestia. Con fatica, privazioni e resistenza le generazioni che ci hanno preceduto sono riuscite a mantenere un legame con il territorio e a valorizzarne le peculiarità.
Oggi?
Oggi foto del genere feriscono la sensibilità di quelli che delegano agli altri la morte di esseri viventi per proprio tornaconto. Il sangue sparso lontano dagli occhi è sangue che non sporca le coscienze, che non percola e non macchia né mani né indumenti. Come se quel sangue, una volta nascosto, non fosse più versato; la carne si mangia senza neanche capire cosa sia e da dove provenga. Non credo che questo ci renda persone migliori, sporcarsi direttamente di quel sangue, con coscienza e consapevolezza, è sicuramente meglio che credere di essere puliti pur contribuendo indirettamente a versarlo.
E pensare che queste foto potrebbero essere il racconto di una vita di sussistenza, di sostenibilità, in un contesto rurale osannato e santificato ma relegato ad “icona” intoccabile da mistici urbani che distribuiscono ai villici pillole di saggezza su come fare ciò che quelli hanno fatto da sempre.

Giuliano Milana