Filosofia rurale

Antica caccia al colombaccio

2024-11-11 20:23

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Antica caccia al colombaccio

La caccia ai colombi sul territorio di Cava ha origini remote. Secondo lo storico Carraturo furono i Longobardi a portare nella città la loro passione per un gioco particolare, quello della caccia ai colombi, introducendolo intorno al 900 d.C., anche se a fianco di questa ipotesi si afferma che esso fosse già praticato da tempo e che una volta in zona i longobardi lo conobbero e lo cominciarono a praticare.
Come risulta dai documenti del Codex Diplomaticus Cavensis, infatti molti Longobardi presero ad abitare (intorno all' VIII e IX secolo) la vallata cavese e sembra che siano stati proprio loro ad aver importato a Cava la famosa Caccia dei Colombi. In ogni caso, sono stati certamente loro ad averle dato rilievo anche attraverso specifiche norme di regolamentazione. Infatti i Longobardi nelle loro leggi vietarono che le "plagarie" ( cioè le distese di territorio riservate alla caccia) e gli attrezzi necessari per essa potessero essere assoggettati a pegno o esproprio per debiti.

Il gioco veniva praticato nel mese di ottobre sulle colline circostanti la vallata metelliana. Per esso ci si serviva di numerose torri che partivano dai confini con il Comune di Nocera Superiore presso la collina Citola, via via continuando sino a Croce e S.Liberatore. Le torri presenti sul territorio sono ben trentadue: su queste venivano tese le reti, ognuna delle quali, a seconda dello scopo, prendeva un nome. Le reti erano grandissime, raggiungendo circa dieci metri di altezza e trenta di lunghezza.

Il gioco dei colombi (ludis colomborum) è stato celebrato anche da numerosi poeti e scrittori.

"Qui vedi delle torri; ma sono esse ricordi di antichi, felici tempi; no, non richiamano alla mente del viandante strumenti di guerra. Appena ai primi raggi del sole si diradano le tenebre, muove dalle torri del colle un grido di saluto. Ridestasi allora dal sonno, la diletta Cava nutre in cuore fiducia di narrare trionfi, e trepidante come per un responso. Li aspetta. Vi è chi, fornito di buona vista, scruta lontano, e vede arrivare i colombi, e primo ne dà il segnale: in guardia, arrivano! Echeggia un suon di corno: eccolo già in alto sulla torre il cacciatore, pronto a dar prova della sua valentia: apportatore di gioia. Guarda, rapidamente avanza nell’aria uno stuolo di colombi: risuonano grida orrende, e scaglia sassi la fonda. Volano i sassi per l’aria, e dietro ad essi, senza temere inganni, si abbassano i volatili. Sono finalmente a tiro delle reti. Cadono queste, e bianche come neve sotto pigolano le bestiole, che, dibattendo le ali, tutte tremano di paura. "

In onore di mio nonno

Di Vincenzo Adinolfi