“In fondo, ogni essere umano percorre la vita con un unico, semplice desiderio: trovare un luogo, reale o immaginario, dove il battito del cuore possa finalmente sopraffare il tumulto incessante dei pensieri. Un luogo dove il fragore dei ricordi, con il loro carico di ombre e malinconie, si dissolva in un silenzio sacro, lasciando spazio a una calma maestosa, intima e assoluta.
E forse quel luogo si rivela all’alba, quando la laguna si veste di luce divina. L’acqua, immobile come uno specchio d’argento, riflette i primi bagliori di un cielo che si incendia di rosa, arancio e oro, come un quadro dipinto dalla mano di un dio. Le foschie della notte si sollevano lente, svelando le sagome delle isole e delle barche, sospese tra cielo e terra, avvolte in un’aura quasi irreale.
Al di sopra di questo incanto, voli di uccelli danzando tra le nubi che si tingono di luce. Sono creature sospese tra sogno e realtà, i loro battiti d’ali lievi come respiri, le loro traiettorie disegnano archi perfetti nel cielo nascente. Sembrano portatori di un messaggio antico, un canto silenzioso che accompagna il risveglio del mondo.
Il sole, padrone sovrano del mattino, emerge maestoso all’orizzonte, riversando il suo splendore sulla superficie scintillante della laguna. Ogni cosa tace, come se il mondo stesso si inchinasse innanzi a tanta grandezza. È in quel silenzio, interrotto solo dal volo degli uccelli incantati, che il cuore trova il suo ritmo eterno, coprendo il frastuono dei pensieri e la pesantezza dei ricordi.
In quel momento, nella gloria dell’alba, nella danza degli uccelli che sembrano custodire segreti celesti, e nel respiro della laguna che si risveglia, ogni ricerca sembra terminare. È lì, in quello scenario maestoso e senza tempo, che il cuore finalmente trova il suo rifugio.”
(Il nostro augurio per il nuovo anno da Vittorio Terren, pensatore rurale)
