Non leggeva giornali, non guardava le previsioni del tempo sul cellulare, non ha mai voluto sapere niente.
Eppure sapeva tutto.
Sapeva dei segreti del pane, di come conservare il lievito madre nella credenza, di come impastare col movimento delle mani e delle braccia, come il mare che accarezza la riva, come il vento che culla il grano.
Sapeva scegliere una gallina, sapeva nutrire ogni animale, sapeva il momento esatto per raccogliere le cime di rapa, prima che mettano i fiori gialli.
Sapeva quali erano le patate migliori, per gli gnocchi e per la purea, sapeva quale donna avrebbe partorito con dolore.
Sapeva allattare, sapeva chetare un bambino che piange per i denti che tagliano le gengive, sapeva fare biscotti il cui profumo ti sarebbe rimasto dentro per anni.
Sapeva come mettere un mondo nel grembiule
e spostarlo di continuo da un universo all’altro, affinché non si irriti.
Sapeva la vita.
Questa è la saggezza della terra, la verità della filosofia rurale.
Una verità che non si legge sui giornali, che non si trova nelle previsioni del tempo, che non ha bisogno di essere scritta, perché è incisa nelle mani, nello sguardo, nei gesti.
Chi vive secondo questa verità non cerca risposte nei libri, perché ha già imparato a leggere il cielo, il vento, l’odore della terra bagnata.
Non ha bisogno di istruzioni per conservare il lievito madre, perché lo sente vivo tra le dita, come un respiro da nutrire con cura.
Non consulta manuali su come allevare animali o coltivare ortaggi:
ha imparato osservando, ascoltando, rispettando il ciclo naturale di ogni essere vivente.
Questa è la conoscenza incarnata, quella che non si insegna a scuola, ma si tramanda con il fare.
È il sapere di chi impasta il pane con il ritmo delle onde, di chi sa che la vita nasce tra fatica e respiro,
di chi attende il tempo giusto senza forzare il raccolto.
La filosofia rurale non è solo un sapere:
è un modo di stare al mondo.
È rispetto, equilibrio, radici profonde nella terra e nello spirito.
È la capacità di portare un mondo nel grembiule,
di proteggerlo, nutrirlo, adattarlo senza mai spezzarlo.
Perché sapere, davvero sapere, non è possedere informazioni, ma essere in armonia con la vita.
DI Vito Terren
