La fionda di Mario ed il joystick di Carlo

Mi chiamo Mario, ho 11 anni e vivo in campagna:

Domani mattina mi sveglierò presto perché il mio sogno è costruirmi una fionda. Ce l’hanno tutti i miei amici più grandi ed io devo assolutamente riuscire a costruire una fionda, e lo voglio fare da solo. Mi hanno detto però che ci vuole un legno particolare, duro ma nello stesso tempo elastico. Conosco gli alberi del filare dietro casa, li conosco tutti perché do una mano al nonno quando li pota e non mi sarà difficile ricercare la forcella adatta. Nel ricovero attrezzi c’è il seghetto, lo prenderò senza che papà se ne accorga ed andrò a tagliare quel ramo di quercia che sporge più in fuori degli altri ed arriva quasi sopra la vigna…è basso, ce la farò. Ce la devo fare! Per gli elastici userò la vecchia camera d’aria del trattore piccolino che ho bucato quando papà mi ha fatto guidare e sono finito sopra quella vecchia lamiera. Fatta la forcella legherò gli elastici sui due corni…con i nodi me la cavo bene perché mi ha insegnato a farli la mamma che mi fa sempe legare i sacchi di grano. Sassolini qui non ce ne sono perché c’è solo erba ma quando andrò a scuola, sul cortile ne troverò finché voglio…e poi starò tutto il giorno in campagna con la mia fionda nuova.

 

Mi chiamo Carlo, ho 11 anni e vivo in città:

Ho rotto quel maledetto fottutissimo joystick della playstation e domani ci devo giocare tutto il giorno. Domani mattina mi faccio accompagnare da mio padre al centro commerciale e ne prendo uno di nuovo, anzi due!

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