Scambio di opinioni tra animalisti e rurali

Troviamo interessante pubblicare questo scambio di opinioni tra l’animalista Mariangela Corrieri, Presidente Associazione Gabbie Vuote Onlus Firenze e Massimo Zaratin, Consigliere Nazionale di Federfauna e dell’Associazione per la Difesa e la Promozione della Cultura Rurale Onlus. Lo scambio di opinioni è nato a seguito di un articolo dello stesso Zaratin, in cui si discuteva sull’esposto presentato da Federfauna per possibili maltrattamenti ad animali carnivori domestici, quando alimentati con diete vegane. L’articolo completo lo trovate qui (Cani e gatti vegani: una questione filosofica), di seguito lo scambio di opinioni con l’animalista.

PS: il giorno 7 giugno 2016, la Presidente Mariangela Corrieri replica nuovamente a Zaratin: pubblichiamo volentieri anche queste argomentazioni (che trovate in colore rosso). Chi volesse commentare può farlo attraverso questo blog

31 maggio 2016

Gentile sig. Massimo Zaratin

mi permetto di replicare alla sua lettera del 31 marzo 2015 http://www.federfauna.org/newss.php?id=9361, letta recentemente, con lo scopo di portarla almeno a riconoscere il ragionamento logico dietro i concetti che esprimerò.

Mariangela

Che Federfauna abbia pensato di presentare un esposto contro gli animalisti per l'eventuale imposizione di una dieta vegana a cani e gatti (il che non è generalizzato)  è in contraddizione con il proprio comportamento quando il principio fondamentale che si vorrebbe difendere è il benessere e la vita degli animali.

Massimo

Non servono biologi, grandi esperti, veterinari per comprendere che un gatto, per esempio, è un carnivoro. Il benessere di un gatto è quello di farlo cibare di cose che più gli aggradano, e non è certamente una dieta vegana a renderlo felice. Non entro nel merito della questione “tecnica” perché penso che quanto ho detto sia scontato in qualsiasi persona dotata di un minimo di buon senso. Mi interessa la questione “filosofica”. Un gatto nemmeno è cosciente di quanto è la sua aspettativa di vita o che esista qualcosa che noi umani chiamiamo “compassione”. E’ un predatore, seppur addomesticato a vivere con l’uomo, ma la sua vera natura rimane quella di un predatore. Non conosce etica o morale, è così e basta! Stravolgere per “capriccio” umano quel che è la sua vera natura rimane a mio avviso quanto di più vizioso e scadente sia stato prodotto dalla ragione umana.

Mariangela

Il gatto è un carnivoro specializzato e sono d'accordo che non deve essere trasformato in vegano. Ma, non tutti i vegani lo trasformano, quelli che lo fano sono eccezioni e, si sa, l'eccezione conferma la regola. Cerchiamo però di allargare il discorso. Il punto non è il gatto vegano o carnivoro, il punto è che un'associazione come Federfauna che ammette l'uccisione di animali, gli allevamenti intensivi, le macchine tritapulcini, i bufalini appena nati uccisi con la paglia in gola, l'elettrocuzione dei visoni, la caccia e centomila altri modi feroci di torturare e uccidere gli animali, non può ergersi a tutrice dell'etica.

Mariangela

Federfauna alleva e quindi trasforma gli animali in strumenti finalizzati all'alimentazione umana contravvenendo (soprattutto con gli allevamenti intensivi veri lager) alle caratteristiche etologiche degli animali e contro il loro benessere e la loro speranza di vita.

Massimo

La caratteristica etologia di un maiale od una gallina qual’è? Secondo voi forse quella di vivere in una foresta? Se l’uomo non “usasse” certi animali, nemmeno esisterebbero. Quando cessa l’interesse per l'uomo su questi animali, essi sono destinati a scomparire. E siamo al paradosso di Peter Singer, il padre “spirituale” dell’animalismo…lui stesso alla fine delle sue riflessioni è arrivato a dire che “il maiale deve la sua vita ai prosciutti” e si chiede: “sarebbe giusto non farlo nemmeno nascere”?

Mariangela

La caratteristica etologica di un maiale e di una gallina è di vivere come maiale e come gallina; nè nella foresta nè nelle gabbie di contenzione (il maiale) nè nelle gabbie di batteria (le galline). Inoltre prima che i 7 e fra poco 9 miliardi di umani del mondo rispettino tutti il V comandamento passeranno secoli e allora gli animali inventati dall'uomo potranno anche sparire. Sparire per loro sarà la fine di una sofferenza atroce, di una manipolazione, di una tortura. E magari si farà come ora si fa per il panda, la tigre.... un terzo degli anfibi, un mammifero su quattro e una specie di uccelli su otto,si inseriranno nella lista rossa degli animali in via di estinzione.

Mariangela

I vegani proteggono la vita, la rispettano la mantengono in quanto intendono liberare gli animali da ogni sofferenza e riconoscere a loro, in quanto esseri viventi (art. 13 del Trattato di Lisbona) e con coscienza (Dichiarazione di cambridge), il rispetto e i diritti pertinenti a ogni vita.

Massimo

la dichiarazione di Cambridge è un pezzo di carta scritto da quattro, cinque sedicenti neuroscienziati nel 2012, che non ha alcun valore scientifico né tantomeno legale (esattamente come la dichiarazione universale dei diritti degli animali del '78, proclamata da un manipolo di persone presso la sede dell'Unesco, non dall'Unesco), mentre l’Art. 13 del trattato di Lisbona viene sempre citato fermandosi agli animali “essere senzienti”. Nessuno ha nulla da dire sul fatto che gli animali siano esseri senzienti, anzi, ci spingiamo più in la: tutti gli esseri viventi sono senzienti, hanno solo un diverso “modo” di sentire e può essere abbastanza intuibile che non esista una qualsiasi forma vivente che soffre meno di un’altra (uomo e vegetali compresi). Torniamo all’art. 13, che continua così:

“rispettando  nel  contempo  le  disposizioni  legislative  o amministrative e le consuetudini degli Stati membri per quanto riguarda, in particolare, i riti religiosi, le tradizioni culturali e il patrimonio regionale".

Molto diversa no che soffermarsi prima di questo punto…

Mariangela

Tra i sedicenti scienziati c'è anche il fisico-matematico Stephen Hawking fra i più importanti e conosciuti del mondo. Un tale personaggio dà valore scientifico alla Dichiarazione di Cambridge, altrimenti chi glielo potrebbe dare? Non certo noi. Per quanto riguarda il valore legale lei sa benissimo che tale concetto non corrisponde nè alla giustizia nè all'etica altrimenti le donne non sarebbero state serve degli uomini e i neri non sarebbero stati convertiti in schiavi. Altrimenti non sarebbe esistito in Italia fino a poco tempo fa il delitto d'onore, non sarebbero stati possibili i genocidi, la caccia alle streghe e le donne avrebbero goduto del suffragio universale prima del 1945.

Mariangela

Il comportamento degli animali non è dettato dall'istinto (che poi lei, contraddicendosi,  trasforma in volontà) ma da specifiche leggi biologiche, inderogabili come sono inderogabili le leggi. I vegani impongono a se stessi l'etica di non vivere sulla sofferenza degli esseri viventi ma sappiamo che l'uomo è imperfetto, altrimenti sarebbe Dio, e che in un mondo come il nostro, creato a immagine e somiglianza dei cosiddetti poteri forti, è spesso difficile mantenere la regola vegana sempre e comunque (pensi ai farmaci in caso di malattia). Ma, i vegani cercano la coerenza e lottano per modificare le barbarie della nostra società, quelle che ci vengono tenute nascoste e di cui potremmo fare a meno per vivere.

Massimo

Nulla da eccepire che le leggi biologiche degli esseri viventi (uomo compreso) siano inderogabili. Per quello mi chiedo cosa possa spingere un umano a costringere il suo gatto a mangiare le scatolette vegan. Quella che poi lei va descrivendo come “ricerca della coerenza” da parte dei vegani è a mio avviso una ricerca spasmodica di un qualcosa che non esiste. Un conto è fare in modo che gli animali allevati vivano nelle migliori condizioni possibili, cosa che un allevatore deve ricercare per forza in quanto animali maltrattati e stressati renderebbero meno carne, un conto è imporsi delle regole che non hanno alcun senso e che io, personalmente, vedo più come l’umano, e forse comprensibile, tentativo di rendersi a tutti i costi “migliori” e diversi dagli altri. Insomma, una moda! Pensi che per liberare una decina di topi da laboratori a Milano gli ecoterroristi hanno distrutto anni di ricerca per l’uomo mentre nella stessa Milano vengono derattizzati 2 milioni di topi l’anno senza che nessuno muovi un dito. Pensi che un’auto di un vegano, nonostante tutto il giorno costui si sia travagliato per salvare il mondo e gli animali, percorrendo d’estate 50 km in campagna uccide 20.000 essere viventi (in particolare insetti). Sono sufficienti questi due piccoli esempi per porsi il grosso dubbio che la scelta vegan sia dettata da cause ben diverse rispetto a quelle che si professano.

Mariangela

La coerenza che i vegani cercano è quella con se stessi, con la propria coscienza, con il proprio intelletto, con la propria razionalità. Vivono su questo pianeta distrutto dai più forti, prepotenti, indifferenti. I gatti non c'entrano e ho già detto perchè. Utopia non è la mia o la nostra ricerca di coerenza, utopia è pensare che gli allevatori abbiano a cuore gli animali e non il loro portafoglio. I topi liberati dal laboratorio sono simbolo di tutti gli animali costretti alla tortura della vivisezione, operazione che dovrà essere superata attraverso i metodi cellulari moderni in quanto gli animali non possono sostituire l'uomo. A tutti è chiaro che un topo non è un uomo. Consideri che la ricerca sul cancro ha una storia di oltre 60 anni, miliardi e miliardi di denaro spesi senza risultato alcuno.

Mariangela

Possedere animali che si cibano di altri animali? Che significa? Che non dovremmo nel terzo millennio accettare la domesticazione del cane e del gatto diventati altra specie rispetto all'origine? Dovrebbero riempirsi le strade di cani e gatti? Le città di cani e gatti? O dovremmo ammazzarli subito appena nati? Gli animali predatori non sono stati "creati" dall'uomo, ma, come lei sa, da Dio o da qualcos'altro di cui ancora non comprendiamo la natura. Quindi il vegano che accoglie un cane o un gatto accoglie animali che migliaia e centinaia di migliaia di anni fa, prima che il concetto di veganismo nascesse,  sono stati selezionati dall'uomo e trasformati, come detto, in altre specie. Inoltre provenendo da specie predatrici (lupo e gatto selvatico) il cane e il gatto non possono violare le leggi biologiche a cui imperativamente sottostanno. Conclusione: il cane e il gatto entrano nelle case di chiunque senza collidere con le teorie etiche di nessuno anche quando venissero alimentati con altri animali. Le leggi biologiche sono al di sopra dell'uomo, almeno fino a che costui non si crede Dio.

Massimo

E’ veramente curioso che continuiamo a pensare la stessa cosa, con l’unica differenza che Lei parrebbe giustificare la dieta vegan per il gatto.

Mariangela

No, per il gatto non giustifico la dieta vegana, per il cane è possibile come per noi. Siamo onnivori. Dia un pezzo di pane al gatto, lo rifiuterà anche se affamato. Dia un pezzo di pane al cane, lo mangerà anche se ha lo stomaco pieno.

Mariangela

La coerenza della filosofia animalista antispecista sta nel non usare gli animali come materia, strumento, oggetto, rispettare le leggi superiori che non si possono cambiare, lottare affinchè i diritti di questi esseri viventi, come noi anche se diversi da noi (come d'altra parte sono stati considerati diversi i neri, le donne, altre etnologie, ecc.ecc.) vengano recepiti, il rispetto verso la vita venga esteso a tutti i viventi e la tortura, la brutalità, l'indifferenza verso di loro vengano sconfitti. Dalla cultura naturalmente. Noi umani abbiamo molti limiti di cultura e di comportamento ma la coscienza ci impone di guardare e vedere, ragionare e riflettere, cambiare. Passo dopo passo, ma avanzare. Come ho detto la perfezione umana non esiste anche se molti credono di poterla, almeno a parole, individuare e descrivere.

Massimo

Per me, rurale, questo è un ragionamento "no sense". Io non mi ritengo affatto superiore ad altre forme viventi. Siamo semplicemente qui, nel cerchio della vita, in cui io svolgo il mio ruolo di uomo, rispettando i ruoli degli altri esseri viventi. Castrare un cane od un gatto o costringerlo a camminare per la città con il cappottino, significa rispettare gli animali secondo lei?

Se ci pensa bene il concetto è molto chiaro perché l’ha descritto più su anche Lei. Sottostiamo a determinate regole biologiche, in cui ognuno ha il suo posto. Non accettare che ci si possa cibare di tutto, così come, ritornando all’esempio del gatto, imporgli una dieta diversa è mancare di rispetto all’esistenza; è un non accettarsi, è un non voler credere che in natura il concetto di male e bene non esistono.

Mariangela

Se lei non si considera superiore agli altri esseri viventi perchè decide di rispettare quelli come lei (umani) e trattare gli altri (animali) come oggetti da manipolare? I ruoli dell'uomo sono quelli che per sè sceglie, i ruoli degli animali non sono qelli che loro scelgono (salvo quelli dei selvatici che vivono lontano ma molto molto lontano dall'essere umano). Si castra un cane o un gatto per non dover essere responsabili delle migliaia o centinaia di migliaia di cani e gatti fatti nascere per morire. Il cappottino? Per difenderli dal freddo quando sono vecchi o malati. E' tanto strano? Chi l'ha detto che gli animali devono essere il nostro cibo? Siamo discendenti dei primati e come questi la nostra dieta è prevalentemente o quasi totalmente vegetariana. D'altra parte lo hanno già dimostrato i vegetariani dalla nascita.

Mariangela

L'uomo, come si cura dei propri figli, dei deboli e dei malati della propria specie in quanto responsabile, deve curarsi anche degli animali. Se il gatto di casa preda un uccellino com'è nella sua natura, glielo toglie di bocca perchè non ha bisogno di cibarsene. Quindi difende il difendibile e poi, naturalmente, egli stesso deve difendersi se un leone lo assale.  L'uomo, vegani compresi,  non è un robot, ha sentimenti, non può restare distaccato davanti a nessun tipo di violenza, soprattutto a quelle inutili e a quelle evitabili. Se lo è non è un uomo ma, come detto, un robot.

Massimo

Nel mio mondo, quello rurale, la prima attenzione è proprio rivolta alla preservazione della vita in generale, della biodiversità. Negare che l’intervento scientifico dell’uomo sulla natura, come ad esempio la selezione agli ungulati, il contenimento delle volpi e dei corvidi, l’eradicazione della specie alloctona nutria che è inserita dalla comunità scientifica europea tra le 100 specie più dannose al mondo per la biodiversità, è un delitto nei confronti della natura stessa. E’ una incoscienza prodotta proprio dalla filosofia animalista; un non vedere, un non voler accettare la realtà delle cose che crea un danno grandissimo al nostro ambiente.

Mariangela

La biodiversità non viene certo distrutta dai vegani ma dai signori cacciatori che invadono, avvelenano, uccidono ed estinguono specie. Rompono gli equilibri naturali, intervengono sulla legge biologica della capacità portante con la superbia, l'arroganza, la violenza cui sono votati. Considerato che lei cita, fra gli altri, gli ungulati e le nutrie, le allego due relazioni che ho scritto affinchè  conosca un po' meglio questi animali. Sempre sperando che questo meglio venga dall'assenza di preconcetti e dalla libertà di pensiero.

Mariangela

L'odio verso i propri simili ha ben diverse origini che non hanno a che fare con gli animali ritenuti sempre ai margini della vita per non dire strumenti e materia inerte. Il bianco contro il nero tanto da inventare la schiavitù; gli uomini contro le donne tanto da escluderle dal possesso dell'anima e ridurle ad appendici della vita sociale; le religioni contro le religioni tanto da inventare guerre, streghe e roghi; culture contro culture e via discorrendo. Non importa citare la storia visto che l'attualità ci parla chiaro e forte. Non abbiamo bisogno di uccidere animali per sopravvivere considerato che ormai, solo in Italia, siamo già 6 milioni di vegetariani/vegani e questa forma di alimentazione si sta diffondendo a vista d'occhio. Abbiamo esempi di supremo valore da esibire: da Leonardo da Vinci a Pitagora, da Margherita Hack a Rousseau, da Socrate a Einstein......

Massimo

…ad Hitler, le consiglio questa lettura:

Ecofascismo, lezioni dall’esperienza tedesca

Mariangela

Le ricordo che Hitler è uno gli altri sono migliaia.  Che Hitler era un pazzo e gli altri geni. Che Hitler ha ucciso il suo cane. Legga Eric Fromm: Anatomia della distruttività umana, parla di un Hitler che forse lei non conosce.

Cordiali saluti.

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