Federfauna risponde agli animalisti

Vi ricordate la lettera che gli animalisti ci hanno scritto la scorsa settimana? (la trovate qui). Risponde Massimiliano Filippi, Segretario Generale di Federfauna. Consigliamo la lettura perchè le argomentazioni portate a difesa delle nostre categorie rurali sono reali e pratiche e vanno a scardinare punto per punto quanto osservavano gli animalisti.

Buona lettura.

Gentile Mariangela,

grazie per i “filosofi di Federfauna”! Per la verità credo che l’unico filosofo tra di noi sia l’amico Massimo Zaratin, che mi pare Lei conosca; io sono solo un povero contadino prestato all’attività sindacale e da tale Le rispondo. In maniera molto concreta, senza troppi fronzoli e senza citazioni se non della realtà dei fatti.

Sì, certo che chi come me lavora con gli animali, li considera esseri viventi e senzienti. È stato ampiamente dimostrato che lo siano anche i vegetali. Ciò tuttavia non inficia assolutamente il principio base della natura, che lega indissolubilmente la sopravvivenza di un vivente alla morte di altri. Non esiste l’impatto zero!

È una legge di natura, così come lo è il fatto che nessun soggetto di nessuna specie animale si porrebbe in antagonismo a soggetti della propria specie, per favorire soggetti appartenenti specie terze. Eccettuato l’"homo sapiens animalista"!… questo la dice lunga su quanto possa essere considerato “naturale” l’animalismo!... Potrebbe essere “l'ultima tappa nel cammino dell'uomo verso la sua evoluzione” se ci stessimo davvero avviando all’estinzione!...

Per contro, non c’è nessun contrasto tra il difendere il lavoro dell’uomo con gli animali e il benessere di questi ultimi, anzi: la vacca ben nutrita fa il latte, quella debilitata no, il leone in perfetta salute salta, quello malconcio no. Mi parla di animali da pelliccia: se Lei ha un cane o un gatto si sarà sicuramente accorta che la setosità e la lucentezza del pelo sono i primi indicatori della sua salute. Che interesse potrebbe avere un allevatore a produrre pellicce ispide o opache? Pensa che qualcuno le comprerebbe?!... ovvio che l’animale debba stare bene per avere un bel pelo. Garantire il benessere degli animali è il miglior investimento per ottenere da essi le migliori performance, esattamente come avviene per noi esseri umani. O pensa che un atleta che non mangia bene, non dorme bene, è ferito, impaurito, ecc. potrebbe vincere le olimpiadi?

A ciò aggiungo che è proprio l’utilizzo che facciamo degli animali che ne garantisce la sopravvivenza. Ovviamente come specie, non come singoli soggetti; ovviamente per nostro interesse, ma chi se ne frega se ciò garantisce la loro conservazione. Pensi a quante specie animali si sono estinte o sono a rischio di estinguersi solo perché “non più interessanti” per l’uomo. Pensa che se sul panda gigante non fosse stata costruita dagli uomini una montagna di interessi economici, l’animale esisterebbe ancora?!... Pensa che esisterebbero ancora animali strettamente dipendenti dall’uomo e non in grado di vivere in natura, quali sono molte specie allevate, se nessuno si nutrisse più di carne, di latte, di formaggio? Lo sa che l’asino, che dopo la guerra non veniva più usato per lavoro, si stava estinguendo? Lo sa che esiste ancora solo perché fornisce ottimo latte e salame?

E poi ci pensi bene: un “prezzo” è un “valore”, anche per l’uomo. Ha mai stipulato un’assicurazione? La mia vita, la Sua, hanno un valore economico. Perché mai non dovrebbe averlo quella degli animali? Guai se non lo avesse a questo punto!...

Proprio perché la vita animale ha un valore economico, proprio perché la fauna, come la flora, è una risorsa finita, ma rinnovabile, può e deve essere gestita per rimanere tale (rinnovabile). E solo l’uomo è in grado di gestirla. Certo, l’uomo nel corso della sua evoluzione ha sicuramente commesso degli errori nei confronti della natura, ma ha anche dimostrato di essere l’unico a sapervi e potervi porre rimedio. Ovviamente deve volerlo e la volontà, piaccia o non piaccia, è indotta da un qualche interesse.

Circa la consulenza richiesta alla Crusca, è stata una mia idea: mi dava fastidio, dopo ogni sondaggio che rileva una maggioranza di italiani amanti degli animali, sentir dire che sono animalisti. Io amo gli animali! Faccio parte di quella maggioranza e non sono animalista: sono un allevatore, mangio carne, vado a caccia, al circo, sono favorevole alla sperimentazione animale…

E rimanendo nell’ambito delle parole usate a sproposito per indurre a credere ciò che non è, Le faccio presente che l’etica è prettamente umana, così la morale, quindi l’uomo è al momento l’unico animale definibile “agente morale”. Anche i diritti sono prerogativa dell’uomo ed esistono in virtù dell’esistenza di doveri, che non sono imponibili a nessun altro essere vivente. O il Suo cagnolino concepisce ed osserva il dovere di rispettare i diritti delle sue pulci?

Non esistono “diritti degli animali”! Gli animali semmai hanno "esigenze", "necessità" e concordo sul fatto che l’uomo che detenga degli animali a qualsiasi scopo debba curarsene, ma parlare di “diritti degli animali” equivale alla stessa forzatura di voler far intendere che l’animalista sia un amante degli animali, oppure un ecologista. Forse amante di un animale o di alcuni animali, tra l'altro in maniera assai poco razionale, ma non di altri, soprattutto se della sua stessa specie. Inoltre senza visione d’insieme e per nulla ecologica. Pensi alle nutrie!...

Così è assurdo assimilare il razzismo o il sessismo, prettamente umani, ad un concetto bislacco come quello di “specismo”. O pensa che il Suo cagnolino sia antispecista?

Caspita! Mi sono accordo che ho scritto un poema!... oltretutto sono quasi sicuro che Lei considererà le mie riflessioni insensate almeno quanto io considero insensate le Sue…

Un caro saluto.

Massimiliano Filippi

Segretario Generale FederFauna

 

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