Ci scrivono ancora gli animalisti

Ci scrivono ancora gli animalisti che, come il solito, pubblichiamo. Dicono che “siamo acerrimi nemici dell’animalismo” ma in filosofia non esistono nemici, esistono discussioni ed opinioni diverse. La filosofia rurale esiste da quando l’uomo ha cominciato a ragionare, quella animalista da pochi anni ed interpreta questo mondo e questa vita in maniera a volte completamente opposta rispetto al nostro modo di vedere e sentire. Noi siamo convinti che questo modo così diverso di interpretare l’esistenza derivi da una scarsa se non nulla conoscenza della natura, delle sue leggi e dei suoi meccanismi. Compito della filosofia rurale è quello di ricercare la verità e trasmetterla a persone che, causa questo distacco profondo dalla natura, vivono in un mondo parallelo, ideologizzando ciò che non è. In un passo di questa lettera ci viene scritto che “l’animalismo rappresenta un’avanguardia, probabilmente l’ultima tappa nel cammino dell’uomo verso la sua evoluzione”. Noi siamo convinti che l’animalismo, per l’uomo, rappresenti sì la sua ultima tappa, ma quella precedente la sua estinzione”.

"Gentili filosofi di Federfauna

ho letto alcune pagine dal vostro sito. Tutte nemiche acerrime dell'animalismo. Ma perché? Forse perché voi gli animali non li considerate esseri viventi e quindi senzienti?

Se avete la pazienza e il coraggio di leggere queste osservazioni/opinioni, ve le propongo ma, se non avete questa pazienza/coraggio potete cestinare. Di solito il filosofo ascolta e apre la mente anche alle opinioni altrui soprattutto se queste intendono essere di tipo razionale ovvero contestano con argomentazioni logiche le conclusioni ritenute squilibrate.

CRUSCA e Animalismo

Federfauna ha interpellato la Crusca e afferma che, secondo la Crusca, "il termine 'animalista' non è affatto sinonimo di zoofilo". Siamo perfettamente d'accordo perchè animalista è il seguace dell'animalismo e  "animalismo" è il nome di una filosofia nata appunto da filosofi moderni come Peter Singer e Tom Regan che tratta dei diritti degli animali e non dell'amare, come suggerisce invece "zoofilia". Perché sappiamo bene tutti che l'amore, essendo una passione, può essere anche "criminale" mentre il rispetto ha radici nell'etica. Come scrive giustamente la Crusca: "animalista non indica più il 'pittore di animali' ma chi aderisce al movimento dell'animalismo".

Inaugurata dal celebre testo Animal liberation di Peter Singer, la ricerca filosofica sui nostri doveri verso gli animali, sui diritti morali da ascrivere a loro, su come è giusto trattarli, su quali siano le pratiche (economiche, scientifiche, tecnologiche) coerenti con i principi di un'etica normativa che include fra i suoi "clienti" i nipoti di Bentham e di Kant tanto quelli di Fido e di Pluto, ai quali si riconosce uno status o un valore morale, è ormai vastissima. Una serie di concetti che ognuno ha il diritto di mettere in discussione applicando logica, argomentazione, analisi e rifiutando il pregiudizio.

La lingua cambia, i neologismi nascono e si trasformano, le idee mutano e anche i principi che crediamo eterni si consumano (vedi schiavismo, sessismo, razzismo, ecc.) e quindi siamo d'accordo, non esistono dogmi (salvo quelli religiosi per chi crede) ma personali convinzioni oppure semplicemente, quell'etica della reciprocità o regola d'oro che dalla notte dei tempi in tutte le culture predica: "non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te".  Naturalmente si parla di "vite" e non di "cose" e anche gli animali sono "vite". Pertanto l'ambito linguistico è una cosa e l'ambito filosofico un'altra. Per definire "animalista" basta dire: "seguace dell'animalismo" ma per definire "animalismo" servono libri interi.

FEDERFAUNA e Animalismo

Per quanto spiegato sopra, siamo d'accordo anche con Federfauna quando dice che "animalista non è amante degli animali". E se le parole "sono armi potentissime", come dice ancora Federfauna, vanno sapute maneggiare affinché non sfugga qualche errata o interessata interpretazione.

L'animalismo, alla base della propria filosofia, non ha l'amore per gli animali ma il loro rispetto, il considerarli esseri viventi con diritto alla vita, alla libertà, allo sviluppo della loro etologia, a non essere perseguitati, a non essere strumentalizzati, torturati, ridotti a cose. Una filosofia che apre nuove frontiere, nuovi impieghi della ragione nelle vicende umane e non umane presentando una gamma di motivazioni a favore o contro determinate scelte. E' del tutto plausibile che ciò accada in filosofia e sarebbe solo sorprendente non fosse così. La teoria filosofica dell'animalismo è una teoria dei  diritti morali perchè ogni individuo (umano e non umano) ha un valore che è indipendente dalle valutazioni o dai desideri, dagli interessi o dalle preferenze di altri. E' un fine a sé, non un mezzo o un arnese, una risorsa per altri.

Quindi animalismo  è più di zoofilia, ecologismo, ambientalismo perché li comprende.

 ANIMALISMO e Animalisti

"Ogni grande movimento conosce tre fasi: prima viene ridicolizzato, poi discusso ed infine adottato" -  John Stuart Mill. Niente di meglio che citare l'importante concetto di questo grande economista e filosofo per presentare un movimento, quello animalista, che rappresenta un'avanguardia. Probabilmente l'ultima tappa nel cammino dell'uomo verso la sua evoluzione. Gli animalisti sono spesso tacciati di irrazionalità, sentimentalismo, emotività..... quando non di terrorismo, fondamentalismo, dogmatismo.....Qualcuno ne potrà essere accusato perché, come in ogni gruppo umano, esiste radicalismo, irrazionalità e passione. Nella strategia non certo nelle finalità.

Come sostiene Tom Regan, poiché "la verità resiste a qualsiasi critica non preconcetta", definendo preconcetta la frase con cui Federfauna non ritiene siano forme di maltrattamento da parte dell'uomo: "l'allevamento, il trasporto e il commercio di animali, la macellazione, il consumo di carne, latte, formaggio, uova, miele, l'uso di pelle, pellicce, lana e  seta, la caccia, il circo, la sperimentazione animale, ecc."  non esistono argomentazioni per avallare una teoria che si opponga razionalmente all'animalismo ma esistono per sottolineare la teoria opposta: schiavitù, sfruttamento, uso, prigionia, tortura, morte.

Sottrarre il vitello appena nato alla madre per derubarlo del latte che, in quanto mammifero, dovrebbe succhiare; macellare animali terrorizzati dai lamenti e dall'odore del sangue dei compagni, che vorrebbero scappare ma vengono colpiti con pungoli elettrici e senza scampo inviati al mattatoio;  galline ovaiole chiuse per la brevissima vita in gabbie di batteria grandi quanto un foglio A4, tagliato il becco, private della luce del sole; i pulcini maschi tritati vivi nella macchina inventata appositamente perché non servono; fauna selvatica cacciata e uccisa per puro divertimento, arte, sport; animali esotici "spezzati",  incatenati, imprigionati a vita, privati della loro etologia, usati come giocattoli per divertire; visoni, volpi, cincillà impazziscono nelle strettissime gabbie per poi essere uccisi con metodi raccapriccianti per non sciupare la loro pelliccia che dovrà servire la vanità umana;  creture torturate, bruciate, amputate, avvelenate, assimilate all'uomo quando sono tanto diverse, ma in questo caso fa comodo credere che siano uguali perché occorre ricercare farmaci per la salute umana; ecc.ecc.. Tante altre atrocità si potrebbero elencare considerato che sono 70 miliardi gli animali sacrificati ogni anno sull'altare dell'uomo.

E' certo che tutto questo non è che crudeltà! Violenza! E' riduzione in schiavitù!  Non è amore per la natura, bisogno di ruralità, di vita nei boschi secondo l'aspirazione di Thoreau ritenuto da Federfauna uno dei filosofi ispiratori che ha saputo promuovere una riflessione sul rapporto dell'uomo con la natura ma ha anche sostenuto che "è ammissibile non rispettare le leggi (ancor di più le abitudini e i condizionamenti) quando esse vanno contro la coscienza " ispirando in tal modo i primi movimenti di protesta e resistenza non violenta. Non si può dire che tutte le operazioni ammesse da Federfauna rappresentino tale ispirazione.

Ed è strano anche che tra gli ispiratori ci sia J. W. Goethe: "La caccia è sempre una forma di guerra";  J. J.Rousseau: "Gli animali che voi mangiate non sono quelli che ne divorano altri; voi non mangiate gli animali carnivori, bensì li utilizzate come modelli. Voi siete affamati unicamente delle creature dolci e gentili che non fanno alcun male a nessuno, che vi seguono, che vi servono, e che sono da voi divorate quale ricompensa ai servigi che vi rendono";  R. W. Emerson: "Non dimenticare che per quanto lontano e nascosto possa essere il macello, tu che  mangi carne  sarai sempre  suo complice”.

Infine l'animalismo è più di un movimento ecologista perché non si cura solo della casa ma del diritto alla vita di chi quella casa  dovrebbe abitarla. Si cura dell'ecosistema e di ogni suo animale per il semplice motivo che ha una vita, sentimenti, storia, comportamento, bisogni, sia esso selvatico che domestico. Quando da Federfauna viene sarcasticamente posta la domanda: "Occuparsi degli animali in allevamento significa salvaguardare l'ambiente naturale? Occuparsi di cani e gatti (canis lupus familiaris e felis silvestris catus) significa salvaguardare l'ambiente naturale?......." rispondo sì perché gli animali fanno parte della Natura, sono gli abitanti della Natura come noi, anche se li releghiamo in capannoni, gabbie, scatole, box, catene o restano comodi e amati nelle case. Nel 1700 la popolazione mondiale raggiungeva i 700 milioni, oggi siamo 7 miliardi. Esiste una lista rossa delle specie animali in via di estinzione mentre gli umani nel 2050 raggiungeranno i 10 miliardi. Non è chiaro che stiamo invadendo, distruggendo, appropriandoci di un pianeta che è nato per tutti e ha dato la vita a tutti?

Forse non è sempre facile effettuare un'analisi obiettiva se non si è capaci di liberarci del proprio egoismo, egocentrismo, narcisismo, egotismo, ecc. D'altra parte nel vostro "Chi siamo" al primo posto tra gli impegni ponete per gli iscritti quello di "Difendere Te, il Tuo lavoro e i Tuoi interessi" ma, stranamente, al punto k) dello Statuto vi prefiggete di: "promuovere e tutelare il benessere e la protezione degli animali con ogni mezzo, sia direttamente che indirettamente, anche attraverso campagne di informazione, azioni legali, istituzioni di gruppi di operatori volontari zoofilo ambientali.....".

Sembrano, i vostri, due mondi paralleli: amate  la natura e gli animali, e accettate di schiavizzarli e distruggerli. Un mondo che usa e sfrutta e l'altro che viene usato e sfruttato.

E' comunque difficile, se non impossibile, scardinare con le parole l'architettura di un interesse tanto appassionato costruito su fondamenta erette a propria immagine e somiglianza mentre trascura e ignora quelle di coloro con cui si relaziona, gli animali. Per questo leggendo i vostri testi si respira tanto livore verso l'animalismo che risulta poi il vostro opposto perché considera gli interessi di coloro con cui si relaziona importanti quanto i propri.

Penso che il nocciolo della questione stia in un principio di base, quello che Jeremy Bentham ha espresso ormai quasi 200 anni fa: “Il problema degli animali non è 'Possono ragionare?', né 'Possono parlare?', ma 'Possono soffrire?'.” Ovvero sono vivi? Proprio come noi? Sì, sono vivi, proprio come noi e non solo soffrono ma, secondo le ultime "scoperte" scientifiche, ragionano (Dichiarazione di Cambridge) e parlano (linguaggio non verbale come i muti). Ma molti non ci credono.

Grazie per l'attenzione.

Mariangela Corrieri (Presidente Associazione Gabbie Vuote Onlus Firenze)



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