La definizione di “animalismo” va cambiata
Per noi di filosofia rurale, assume una fondamentale importanza fare chiarezza attorno la definizione attuale del termine “animalismo”. E’ attraverso il senso e l’accezione di un vocabolo che il tempo poi ne muta la connotazione e nell’immaginario collettivo assume significati diversi, identificandone immediatamente una categoria. Così come per esempio al pronunciare del termine “contadino” balza alla mente “colui che lavora la terra” fornendoci un’immagine positiva e semplice e non ci fa pensare all’”agricoltore” che ha sì comunque lo stesso significato di “colui che lavora la terra” ma assume più una concezione imprenditoriale e, se vogliamo dire, anche meno simpatica ed accettabile della categoria dei contadini, il termine “animalismo” attualmente fa scattare nell’immaginario collettivo “colui che ha interesse per gli animali” o, peggio, “colui che è amante degli animali”. Per fare una analisi più approfondita ci rifacciamo alle definizioni riportate nei migliori dizionari di lingua italiana. I termini da porre sotto la lente di ingrandimento sono quelli di “zoofilo” (che ama, cura e protegge gli animali) ed appunto “animalista” che in alcuni dizionari identifica “chi aderisce al movimento ecologista dell’animalismo”. Nei giorni scorsi ci è venuta in aiuto l’illustre Accademia della Crusca (qui la documentazione) che pone il primo tassello importante per fare chiarezza attorno al termine discusso. Innanzitutto, afferma l’Accademia: “il termine animalista non è affatto sinonimo di zoofilo (n.d.r amante degli animali) e alcune definizioni lessicografiche sono, quanto meno, imprecise, oppure non perfettamente rispondenti a quella neutralità che oggi si richiede ai dizionari”.
A porre un ottimo spunto di riflessione sulle affermazione dell’Accademia della Crusca è intervenuta nella nostra discussione dei giorni scorsi la sig. Giulia Marucelli che pur dimostrando apparentemente idee diverse da quelle espresse dalla nostra filosofia, conviene con noi sulla necessità di specificare cosa vuol dire “amante degli animali”. Sebbene il termine “amante” assuma diversi significati a seconda del contesto cui viene usato ed è più applicabile a relazioni tra persone, esso significa “dimostrare passione per qualcuno o qualcosa”, ovverosia di persona che “nutre interesse nei confronti di qualcuno o qualcosa”. Va da sé che chiunque abbia a che fare con gli animali e la natura (animalisti e non animalisti), rientri nella categoria di coloro “che provano passione ed interesse”.
Innanzitutto specifichiamo che è ben diverso classificarsi “amanti/appassionati di animali” o “amanti/appassionati della natura”. La seconda presuppone una visione più generale e stretta con l’ambiente ed il solo “amante/appassionato degli animali” non sempre fa gli interessi della natura, e viceversa; pensiamo ad esempio a chi dimostra “amore e passione” nei confronti delle nutrie sapendo che il danno alla natura ed agli altri animali provocato dalle stesse è enorme.
A fronte di queste considerazioni abbiamo ristretto l’ambito cui si muove il concetto di “animalismo” che non è “amante degli animali”, e tantomeno della natura, ma è “colui che prova passione ed interesse nei confronti degli animali”. Provare passione ed interesse non significa sempre e comunque protendere alla salvaguardia di una specie e della natura ma semplicemente “occuparsi di animali”. Lasciamo ai lettori esprimere le considerazioni sull’agire dei movimenti animalisti o sulle categorie degli altri “interessati/appassionati di animali” ma di una cosa siamo convinti: l’animalismo non può essere classificato come movimento ecologista. E’ un movimento e basta, discutibile o non discutibile possa risultare agli occhi dell’opinione pubblica, nel bene e nel male. Chi riporta definizioni lessicografiche affiancando al termine di “movimento” anche quello di “ecologista” a nostro avviso sta clamorosamente sbagliando. Ecologista è colui che si impegna in campagne ed iniziative volte alla salvaguardia dell’ambiente naturale.
Ad una precisa definizione lessicografica deve corrispondere l’azione in coerenza atta a rispettarla. Poniamo alcune semplici domande ai lettori: occuparsi degli animali in allevamento significa salvaguardare l’ambiente naturale? Occuparsi di cani e gatti significa salvaguardare l’ambiente naturale? Liberare con atti terroristici i visoni dalle gabbie provocando disastri ecologici significa salvaguardare l’ambiente naturale?
Un ecologista è colui che si attiva praticamente alla salvaguardia dell’ambiente naturale, considerando questo come un tutt’uno da preservare in un corretto equilibrio tra la terra e gli animali che la popolano. In tal senso, ad esempio, i piani di contenimento di alcune specie portate avanti dai cacciatori che hanno lo scopo di salvaguardare le altre specie e l’ambiente circostante nel giusto equilibrio stabilito con metodo scientifico, va nella direzione della corretta accezione del termine “ecologismo”, esattamente l’opposto rispetto a quello che fanno gli animalisti.
Ciò significa che l’animalismo con l’ambiente naturale, quindi con il termine “ecologismo”, non ha nulla a che vedere, anzi, come abbiamo visto, a volte va nella direzione opposta a ciò che è scientificamente provato per il bene dell’ambiente stesso. L’animalismo non è quindi un movimento ecologista ma più semplicemente un movimento che aderisce ad una precisa ideologia, ad un credo, ad una convinzione, che produce una certa visione dell’esistenza in generale. Giusta? Sbagliata? …ad ognuno le proprie conclusioni e convinzioni! A noi interessa venga corretta la definizione del termine o, se non viene fatto, ci venga argomentato dettagliatamente il motivo in maniera tale da aprire un dibattito che porti finalmente alla dovuta chiarezza.
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