La cultura rurale per far ripartire l'Italia

  C'è da chiedersi di chi è la colpa se l' Italia è arrivata a questo punto! Pare addirittura che il fenomeno dell'urbanismo, che si trascina dietro la scia del falso perbenismo nei confronti degli animali e la scarsa attenzione per i propri simili, sia direttamente proporzionale alla crisi che sta attraversando il nostro paese. Un'involuzione di principi e valori che, sottratti all'uomo, vengono riversati sugli "affetti" per gli animali quale a dire che noi non siamo più giusti, che siamo diventati improvvisamente sbagliati per questo mondo.

Ció che un tempo apparteneva alle nostre anime, ora non ci appartiene più! Quali figli tireremo su in una simile situazione? Bambini che non sanno che la fettina sul piatto è carne vera e non "fabbricata" al supermercato, questo si, il massimo dei dispregi che si possa fare ad un animale morto per noi. Favole stravolte a beneficio di una ideologia che pare lontana anni luce da ció che eravamo: l'ultima è su Cappuccetto Rosso che non è più nel bosco ma in un parco urbano, è ovviamente vegetariana e si fa accompagnare dalla nonna da un cane randagio; questa, la morte della spiritualità che è invece viva e presente in ogni autentica favola classica, con il bene ed il male che è pura concezione umana e non appartiene certo alla neutralità della natura.
Certe volte penso che la nostra generazione sia veramente l'ultima testimonianza di un mondo che si sta spegnendo, di un mondo che sta insegnando ai più piccini che il cacciatore ed il pescatore sono assassini, che l'allevatore di animali è un aguzzino, che mangiare carne è nutrirsi di sangue dei nostri fratelli, che la nostra vita vale come quella di uno scarafaggio. Le nostre campagne scompaiono per dar spazio ad altra cultura urbana, quella del cemento e dell'asfalto, mentre quelle che si salvano vengono spesso trasformate in parchi urbani, magari con panchine e lampioni per il divertimento di stralunati cittadini che passeggiano, credono loro, immersi nella natura, solo alla domenica!

Se è vero che il denaro ha distrutto l'uomo, tutto questo ne è la massima espressione.
Quest’uomo peró non si rende ancora conto che alimentando l'ideologia lontana dalla natura, un po’ per troppi interessi economici a beneficio di pochi, un po’ per lo scarso interesse che tuttavia i cittadini riservano a queste questioni, impegnati come sono a far quadrare i conti a fine mese, la nostra vera economia sta morendo, portando ulteriore distruzione e povertà.

In Italia, l'impatto economico del mondo della caccia è di 2,5 miliardi di euro, con una richiesta di occupazione di oltre 60.000 addetti. Stessa cosa dicasi per il settore della pesca sportiva, per non parlare di quella professionale. Gli allevatori italiani sono riuniti in circa 200.000 imprese che danno lavoro, per l'intero settore, a circa un milione di persone. L'Italia che produce, siamo noi! L'Italia che qualcuno vorrebbe far sparire, assieme ai valori che milioni di italiani portano con sé e che, con non poca fatica, vorrebbero continuare a trasmettere ai propri figli. L'ambientalismo ha virato improvvisamente verso l'animalismo più estremo, auspicandosi un uomo del tutto vegetariano! A nessuno di questi signori interessa se le specie alloctone bruciano ogni anno biodiversità e miliardi di euro agli italiani; interessa solo a chi l'ambiente lo vive e con esso ne trae giovamento e mantenimento per la propria famiglia. Da questi ultimi dobbiamo ripartire!

Recentemente, il nostro mondo sta prendendo coscienza di queste nuove necessità e s'impegna ad esprimere insieme alle altre componenti del mondo rurale anche realtà associative coerentemente impostate. E' la voce di chi sa quanto sta dando al proprio Paese in termini di sacrifici e soprattutto in termini di valori e principi da trasmettere alle future generazioni. Non possiamo più tergiversare, dobbiamo far conoscere chi siamo e cosa rappresentiamo perchè la storia insegna che ideologie estremiste spazzano via in poco tempo un mondo, un mondo che ci appartiene e che saggiamente ha saputo trasmettere territori integri fino ai giorni nostri, ricavandone frutti che tutti ci invidiano.

Il nostro obiettivo deve essere quello di portare la Cultura Rurale nelle scuole, di far capire agli italiani che chi produce con l'agricoltura e l'allevamento lo fa positivamente anche per l'ambiente, che non esiste miglior svago per l'anima che un contatto semplice e puro con la natura da vivere, e che il miglior tesoro che possa custodire l'uomo è insito in tutte quelle attività che gli permettono questo contatto, come appunto la caccia, la pesca e la raccolta. Vogliamo rappresentare semplicemente la coesione delle forze sociali che appartengono al nostro mondo, al nostro modo di essere, di vivere e di trasmettere cultura.

Un appello va rivolto alle nostre associazioni venatorie e di settore: continuino giustamente a battersi (o a non battersi) per una modifica di legge sulla caccia ma tengano bene a mente che questa non risolverà il gravissimo problema che noi tutti stiamo attraversando se non facciamo rientrare le nostre lecite esigenze in un contesto più ampio, in una società molto diversa rispetto a quella che ci ha cullati .
Un appello anche agli agricoltori ed agli allevatori: rendiamoci partecipi nella coesione delle categorie rurali affinché non ci impongano nei nostri territori nuove antropizzazioni urbane ma nemmeno ci obblighino a vivere in un ambiente in cui la natura viene congelata e lasciata a sé come i parchi. Rendiamoci attivi affinché le istituzioni producano leggi per il mantenimento sia delle zone selvagge che delle zone rurali, con le loro attività sostenibili e positive per l'ambiente e la biodiversità.

Infine un appello a tutti i cacciatori: se siete convinti che alla società urbana, quella che non ha avuto la fortuna di vivere con e per la terra, noi possiamo insegnare qualcosa di veramente importante, che il nostro stile di vita è la stessa nostra vita e quella dei nostri figli, ci si impegni affinché questo nuovo modo di concepire il nostro stare insieme, lontano dalla politica, ma così vicino e devastante per la stessa se parliamo attraverso un'unica voce, si radichi in tutto il territorio nazionale, dalla Sicilia all'estremo nord.

Siamo nel giusto, ne sono convinto, e se questa umanità si meriterà di continuare nel suo cammino, ce la faremo sicuramente! 

Massimo Zaratin