I vegetariani non esistono – Il filosofo Andrew Smith spiega il perché 


Un altro vegetariano pentito, un altro filosofo che smonta le teorie etico-morali cui poggia questo stile di vita ed il cosiddetto animalismo.

Andrew Smith, Professore di filosofia alla Drexel Univesity, lui stesso vegetariano per 20 anni, 6 da vegano ed ora ritornato onnivoro, spiega nel libro “A critique of the Moral Defense of Vegetarianism” le sue tesi filosofiche che in tre semplici punti demoliscono la filosofia animalista ed il regime alimentare che ne deriva.

Come spiega Smith, “lo scopo del suo libo è quello di instillare alcuni dubbi nei vegetariani e renderli ancora più consapevoli della loro decisione impossibile”. Egli parte dalla catena alimentare, dimostrando come i vegetariani, pur non cibandosi di animali, si nutrono di frutta e verdura che a sua volta prende il nutrimento dal suolo, composto appunto da resti organici di animali. Mangiare la pianta, significa quindi ugualmente nutrirsi di resti di animali.

Il secondo punto riguarda la coscienza. Smith smonta anche la tesi per la quale le piante non sarebbero dotate di coscienza ed in grado di soffrire quanto gli animali. In realtà, stando alle ricerche, le piante sarebbero non soltanto in grado di rispondere agli stimoli esterni, ma sarebbero dotate di più di 20 sensi e di un sistema ormonale di elaborazione delle informazioni simile a quello degli animali.

Per ultimo il libro prende anche in considerazione la questione ambientale per la quale i vegetariani si definiscono rispettosi. Per questo punto, il filosofo afferma che “i vegetariani vogliono apparire come amici del pianeta, in realtà, per confezionare anche i loro prodotti è richiesto un dispendio di risorse. Quindi la loro “bella faccia” crolla e anche loro sfruttano le risorse per vivere”.

Noi di Filosofiarurale.it concordiamo con le argomentazioni filosofiche e scientifiche del professor Smith. Nell’articolo “Onnivori o vegetariani?” c’è la confutazione alle tesi animaliste di Peter Singer secondo le quali solo gli animali sarebbero in grado di soffrire. Se Smith afferma che il vegetarianesimo non può esistere, noi ci spingiamo anche oltre: l’antispecismo è una grandissima bugia della ragione umana; il vero antispecismo è lo specismo che rispetta qualsiasi forma vivente per quel che è! E’ impensabile che possa esistere una vita, sia vegetale che animale, che soffre più o meno di un’altra, è diversa solo la percezione, ma non il grado e l’intensità. Anche Smith, alla fine del suo libro conclude che “dobbiamo rivedere la nostra relazione con il cibo, tenendo conto del fatto che siamo tutti parte di una comunità di esseri viventi, animali e vegetali. Mangiamo e veniamo mangiati. Il benessere di uno dipende dal benessere di tutti".

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