L'animalismo in musica
Il prossimo fine settimana toccherà alla Fiera di Vicenza: caccia, pesca, outdoor. La prima domenica utile senza caccia si ripete il rituale di migliaia di appassionati rurali che si riversano in Fiera per scoprire novità, scambiarsi opinioni e conoscere nuovi amici. Il periodo è azzeccato perché per le nostre passioni rurali il mese di febbraio è il meno impegnato. Come ogni anno, la folla composta e serena degli appassionati passerà di stand in stand l’interno della fiera…fuori, come ogni anno, il solito gruppetto di animalisti che grida, urla parolacce, scoppia petardi, accende fumogeni; fanno ormai parte del corredo quasi a ricordarci che oltre la pace del bosco e la serenità delle nostre passioni, c’è anche un mondo urbano che ha bisogno di scaricare in qualche maniera la propria rabbia contro qualcuno. E’ normale, fa parte dell’intimo umano cercare pace e serenità ma se non la si trova nelle faccende che ci competono, essa deve trovare sfogo in qualche altra maniera. La musica degli animalisti dura qualche ora ed abbiamo notato che durante il loro show, più vomitano parole, più si rasserenano, più scaricano una tensione derivante da chissà quali aspetti sociali. Il loro “disco rotto” ricorda molto la musica Rap la cui origine parrebbe provenisse dal Bronx, il ghetto di New York. Come nel rap, gli animalisti usano rime ruvide, violente, vomitate a ripetizione ed il ruolo di questa musica nata nella metà degli anni ’70 era proprio quello di incanalare gli impulsi aggressivi di comunità che vivevano un forte disagio sociale. Nel frattempo che questo disco rap suona la sua musica, in attesa si plachino gli animi e la funzione terapeutica di questo sfogo faccia il suo dovere, all’interno della fiera, quella folla composta e serena, paga di aver trascorso gli ultimi 4 mesi tra boschi, laghi e montagne, si muove al ritmo della natura con le quattro stagioni di Vivaldi.
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